Come sapete nel disegno di legge sulla stabilità per il 2016 non è presente alcuna proposta per il ripristino della flessibilità nell’accesso al pensionamento. Riteniamo che questo sia un grave errore, essendo invece necessario realizzare un intervento di modifica strutturale dell’attuale sistema previdenziale, garantendo flessibilità in uscita, 41 anni per i precoci e la giusta considerazione per i lavori gravosi ed usuranti. E’ del tutto evidente che questo non si può fare a costo zero, come il rinvio al 2016 proposto dal governo sembra presupporre, perché ciò significherebbe scaricarne il costo sul valore delle pensioni.
E’ positivo che si affrontino invece i temi degli esodati e dell’opzione donna, come da noi rinvendicato, interventi che non aggiungono alcuna spesa a quanto già previsto negli anni scorsi, a conferma che si tratta di problemi che potevano invece essere risolti anche al di fuori della legge di stabilità.
Tuttavia anche in questi interventi, sulla base dei testi trapelati e non ancora ufficiali, manca la soluzione a questioni annose quali la quota 96 della scuola, i macchinisti, le ricongiunzioni onerose, etc.
Per queste ragioni Cgil, Cisl e UiI, intendono continuare e rafforzare le iniziative di mobilitazione per cambiare la legge di stabilità, sia attraverso l’azione di pressione e confronto politico da condurre, a livello nazionale, nei confronti del Governo, delle Commissioni competenti di Camera e Senato e dei Gruppi parlamentari, sia mediante iniziative territoriali unitarie e diffuse, che facciano crescere dal basso consenso alla nostra proposta .