da repubblica.it – MILANO – L’Italia è, insieme con Cipro, il Paese in tutta l’Ue in cui il costo del lavoro è calato di più nel quarto trimestre dello scorso anno, facendo segnare un -0,8% rispetto agli ultimi tre mesi del 2014. È quanto emerge dai dati Eurostat. In generale nell’Ue a 28 il costo del lavoro è aumentato dell’1,9%, mentre nell’eurozona l’indice mostra un incremento dell’1,3%. Per quanto riguarda l’Italia, la flessione ha riguardato sia il costo dei salari (-0,2%) sia gli altri oneri (-2,1%). Nell’area dell’euro, i salari e gli stipendi per ora lavorata sono cresciuti del 1,5%, mentre la componente non salariali è salita dello 0,7%.
Nel quarto trimestre, oltre a Italia e Cipro, mostrano i maggiori cali del costo del lavoro su anno Paesi Bassi (-0,4%) e Lussemburgo (-0,1%). Sempre rispetto agli ultimi tre mesi del 2014, a livello di settori l’eurozona ha mostrato aumenti del costo del lavoro per ora lavorata in tutti i settori: industria (+1,2%), costruzioni (+0,5%), servizi (+1,3%) e economia ‘non-business’ (+1,6%).
Il maggior incremento annuale riguarda Romania (+ 11,4%), Repubblica Ceca (+ 8,6%), Lettonia (+ 7,7%), Bulgaria (+ 5,8%), Slovacchia (+ 5,3%) e Austria (+ 5,2%). Diminuzioni sono state registrate, come già detto in Italia e Cipro (entrambi -0,8%), ma anche nei Paesi Bassi (-0,4%) e in Lussemburgo (-0,1%).