Nella giornata di mercoledì 5 ottobre si è aperto ufficialmente il confronto in ABI sul tema Politiche commerciali e Organizzazione del lavoro, così come da noi richiesto prima dell’estate, a fronte della forte denuncia da parte dei lavoratori di un aumento esponenziale delle pressioni commerciali e del peggioramento del clima lavorativo.
In premessa queste OO.SS. hanno richiesto ad ABI e ai suoi massimi esponenti di prendere le distanze pubblicamente dal susseguirsi di dichiarazioni, per noi inaccettabili, del Governo e di Banca d’Italia, tendenti a rimarcare la presenza nel nostro settore di numeri importanti di esuberi. Questo al fine di evitare inutili e pericolose drammatizzazioni e impegnare il Governo a risolvere piuttosto il problema principale delle sofferenze bancarie, così come a ricercare modalità per contribuire al sostegno dell’occupazione nel settore, che fino ad oggi non ha fruito di alcun aiuto economico pubblico.
Le OO.SS., a seguire, hanno ribadito con chiarezza che le banche devono riconquistare la fiducia dei risparmiatori e per farlo devono assumere impegni stringenti con i lavoratori e le OO.SS. su politiche di vendita responsabili e sostenibili e mettere fine alle pressioni commerciali indebite. I comportamenti e le pratiche delle banche che alterano la dignità del lavoro e il rispetto verso il cliente devono essere identificate e sanzionate.
Queste OO.SS. hanno richiesto pertanto di arrivare a sottoscrivere un accordo nazionale di settore che individui linee guida di comportamento etico e rispettoso di tutta la normativa esistente da parte di tutti gli attori coinvolti, a partire dalle indicazioni decise e impartite dal top management, linee guida a cui le banche devono attenersi. Tale accordo deve prevedere regole chiare di comportamento, confronto sull’organizzazione del lavoro e sulla qualità dei prodotti, tutela piena agli impiegati in caso di controversie, formazione finalizzata e informazione trasparente e semplificata, negoziazione degli incentivi alle vendite non più unilaterali, ma legati ad obbiettivi sostenibili, anche qualitativi, di medio e lungo termine.
L’accordo per essere utile deve contenere, ad avviso di queste OO.SS., sanzioni alle banche che non rispettano gli impegni e attuano comportamenti non sostenibili. Per questo abbiamo richiesto un Osservatorio od una Commissione Nazionale che abbia vari compiti, tra cui monitorare la situazione, essere riferimento per segnalazioni provenienti dalle lavoratrici e dai lavoratori, assumere decisioni per risolvere le varie criticità, valutare le banche inadempienti e le relative sanzioni.
Questo organismo assume a nostro avviso valore anche per la sua portata in termini di deterrenza rispetto a pressioni e comportamenti impropri verso lavoratori e clientela e potrebbe eventualmente operare anche rapportandosi a entità terze, come ad esempio le associazioni consumatori.
Sul primo punto rappresentato da queste OO.SS. l’Abi ha riconfermato l’attenzione di tutta la categoria verso l’occupazione nel settore, ricordando le considerazioni del Presidente di ABI Antonio Patuelli, non ultime le dichiarazioni espresse a una iniziativa pubblica, alla presenza del Presidente della Repubblica, con le quali Patuelli ha contestato al D.G. di Banca d’Italia i dati negativi sulla condizione delle banche italiane rispetto a quelle europee.
Per quanto riguarda il tema delle pressioni commerciali la delegazione Abi, pur sottolineando le diversità esistenti tra le parti su alcuni dei contenuti da noi proposti, ha convenuto sulla volontà comune di ricercare le condizioni per sottoscrivere entro l’anno un accordo di settore.
Si è istituita pertanto una commissione tecnica che dovrà approfondire tutti gli elementi necessari per la stesura di un accordo, aggiornandoci ad un successivo incontro da tenersi a novembre.
Sarà determinante come sempre il coinvolgimento ed il sostegno di tutti i lavoratori e le lavoratrici agli obbiettivi che tutto il sindacato ha unitariamente proposto.
Roma, 5 ottobre 2016
LE SEGRETERIE NAZIONALI
Incontro ABI: Megale, dignità dei lavoratori e risparmiatori viene prima
Roma, 4 ottobre – “La dignità dei lavoratori insieme alla tutela dei risparmiatori viene prima. Per questo va realizzato entro l’anno un accordo nazionale tra le parti sulle politiche commerciali e l’organizzazione del lavoro che contrasti le pressioni commerciali indebite e rimetta al primo posto la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici”. È quanto afferma il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, in merito all’incontro tra sindacati e Abi.
“I comportamenti e le pratiche delle banche che alterano la dignità del lavoro vanno sanzionate.L’accordo è utile e necessario a condizione che si prevedano sanzioni e contemporaneamente regole di prevenzione. Ciò anche al fine di riconquistare quella fiducia nei risparmiatori e nel Paese che in parte è venuta meno”.
Inoltre, aggiunge il leader della Fisac Cgil, “serve una presa di posizione netta da parte di Abi rispetto al susseguirsi di dichiarazioni del Governo e Banca d’Italia sui livelli occupazionali del settore che eviti la campagna di inutili drammatizzazioni, impegni il Governo a risolvere la vera questione bancaria che si chiama ‘sofferenze’”.
Questo, prosegue Megale, “non può che aiutare la soluzione concreta con risorse pubbliche da prevedere nella Legge di Stabilità per contribuire al Fondo di sostegno al reddito e all’occupazione. E’ inoltre necessario che le banche si adoprino per riconquistare la fiducia dei risparmiatori e si ricostruisca un clima di lavoro sereno, oggi fortemente deteriorato dall’aumento esponenziale delle pressioni commerciali.
Per questo ribadiamo la nostra ferma volontà diraggiungere in tempi brevi un accordo di settoreche identifichi le linee guida di comportamento a cui le banche devono attenersi per la vendita responsabile dei prodotti a tutela della dignità e professionalità dei lavoratori e degli interessi della clientela”.
“Nell’incontro che si è tenuto oggi a Roma con ABI sul tema delle pressioni commerciali nel quale, fermo restando le diversità esistenti tra le parti è emersa la volontà comune di ricercare le condizioni per sottoscrivere entro l’anno un accordo di settore, attraverso i lavori di una commissione istituita ad hoc. Entro fine novembre si dovrà fare il punto con la riconvocazione delle parti”, conclude Megale.