Parte da Asti una nuova campagna contro le molestie sessuali. E nasce dalle banche e da alcuni sindacalisti piemontesi. Abbiamo intervistato il promotore, il segretario generale della Fisac Cgil Asti Enzo La Montagna, 48 anni, che ha raccolto le firme di altri 29 uomini, in maggioranza sindacalisti bancari del Piemonte.
Come è nata questa campagna?
Nasce da due eventi: in primis da alcune segnalazioni che alcune colleghe ci hanno fatto su molestie subite sul luogo di lavoro; e poi dalla personale frequentazione di un progetto di Cgil-Cisl-Uil Piemonte “FERMIAMO LE MOLESTIE – Antenne sindacali contro la violenza di genere nei luoghi di lavoro”, alla cui presentazione ho partecipato il 19 settembre 2018 a Torino. In quella sede si è fatto un po’ il punto della situazione su quali fossero state le iniziative e ho scoperto che si trattava sempre di iniziative promosse da associazioni di donne. Gli uomini si erano limitati a condividere e a supportare tali buone iniziative, ma, secondo me, senza interiorizzare completamente il problema. Senza in pratica fare quel percorso di autoconsapevolezza che è assolutamente necessario da parte degli uomini.
Di cosa devono rendersi consapevoli gli uomini?
La gran parte di noi non ha fatto e non farebbe mai delle molestie ad una donna. Però finora abbiamo avuto un atteggiamento da osservatori, siamo stati un po’ alla finestra, aspettando che fossero le vittime a promuovere le migliori e più riuscite iniziative. Quasi come se avessimo paura di rompere quel filo che i molestatori credono di tessere con tutti gli uomini, quel filo che permette loro di confidarti i loro più turpi desideri, dando per scontato che tu possa capirli. Ebbene, io di battutine e sorrisetti ne ho abbastanza.
Quindi da cosa sei partito?
Ho cercato in rete se ci fossero stati degli uomini che avessero avuto la stessa sensibilità. Ho trovato l’appello dell’8 marzo 2018 degli artisti e scrittori italiani, positivo ma forse un po’ elitario. Poi mi sono imbattuto in un manifesto scritto dall’americano Tom Green, #iChoose. Ho preso quello come traccia, Barbara Benso lo ha tradotto e poi, grazie ai compagni di sindacato Patrizio Onori e Davide Accornero, l’ho adattato alla cultura italiana. E poi il 10 novembre 2018 l’ho caricato come petizione sulla piattaforma Change.org.
Quindi a chi è rivolto?
Agli uomini italiani o stranieri che vivono in Italia. Sono 10 impegni che un uomo deve prendersi. Ma è rivolto anche alle donne che possono esprimere il loro consenso firmandolo e diffondendolo.
Che tipo di impegni sono?
Riguardano la consapevolezza dello svantaggio che hanno le donne, dei nostri pregiudizi di genere, di come ci rapportiamo con le donne (anche nell’intimità), di come di occupiamo della sicurezza delle donne, di come ci impegniamo a cambiare ascoltando di più le donne.
Chi sono i primi firmatari oltre a te?
Sono 29 uomini che nel sindacato frequento normalmente. E’ la prima cerchia ai quali ho proposto di far parte del lancio della petizione e che l’hanno accolta e condivisa molto favorevolmente; appartengono ad ogni sigla sindacale dei sindacati bancari (Fisac Cgil, Fabi, First Cisl, Uilca, Alcra-Unisin), delle provincie di Asti, Torino e Cuneo.
Quale obiettivo ti sei posto?
E’ una petizione un po’ diversa dalle solite. Puntiamo a cambiare la cultura maschile e gli uomini sono quelli che sul tema delle violenze e molestie sessuali, per non parlare dei femminicidi, devono fare i maggiori progressi. E’ anche un modo per isolare sempre di più la subcultura sessista, machista e misogina che pervade ancora molti uomini di ogni estrazione sociale e provenienza geografica. Quindi spero si diffonda il più possibile tra gli uomini italiani, perché raggiungano la consapevolezza di cui sopra e tra le donne per veicolarla verso altri uomini.
Ecco dove leggere firmare la petizione #NoiUominiControLeMolestie:
https://www.change.org/p/agli-uomini-italiani-noiuominicontrolemolestie