Il 10 giugno ‘16 sono comparsi fra i popup della Intranet aziendale circa 25 corsi da eseguirsi “on line” per un totale di circa 33 ore di formazione e da usufruirsi entro il 31/08/16. E’ formazione OBBLIGATORIA in quanto trattasi di formazione certificata ai fini delle iscrizioni nei registri Ivass. Ai corsi sono iscritti circa 1.230 colleghi e riguarda sia Biver che Crasti.
Ma come possono essere svolti i corsi dai colleghi nel periodo di maggior fruizione delle ferie?
Temiamo che la scarsità di tempo dedicabile alla fruizione di questi corsi possa spingere alcuni colleghi a far scorrere le videate (se rimangono pochi secondi ferme tra un video ed un altro bisogna eseguire nuovamente il log in al corso), dopodiché arrivati al test finale si facciano passare le risposte da colleghi che l’hanno già fatto oppure che altri facciano copia/incolla delle videate scritte, magari coi clienti davanti, e poi, con la normativa alla mano, cerchino di dare le risposte giuste. O altri ancora che siano costretti a fermarsi in pausa pranzo e dopo l’orario di lavoro.
Sappiamo che un corso, pur seguito con attenzione, ma interrotto più volte, può allungare i tempi di fruizione fino al doppio della sua durata normale. Teniamo anche in considerazione che i Job Stop (verifiche della comprensione durante il corso) se non si risponde correttamente alla domanda posta, ti obbligano a seguire nuovamente l’ultima sessione video.
Poi ci sono anche colleghi che si portano a casa normativa e circolari, in filiale mandano avanti i filmati del corso e poi rispondono ai test sulla base di ciò che hanno studiato a casa.
Pochissimi riescono a seguirli come andrebbero seguiti: ovvero in un ambiente protetto o semplicemente non facendo altre attività e prestando attenzione. A pochissimi è concesso di segnarsi straordinari per la fruizione.
Questa non è formazione fatta seriamente. Il fatto stesso che riguardi più di mille colleghi per il tempo di circa una settimana lavorativa fa sì che rappresenti una una mole di ore mastodontica, che colpisce capillarmente la rete e che sarebbe dovuta esser pianificata con tempi e metodi completamente diversi. Se si vuol dar valore alla formazione. Oppure se si considera la formazione obbligatoria un fardello da gestire passivamente pur di ottemperare agli obblighi delle iscrizioni nei registri Ivass allora i corsi di formazione vengono relegati al piemontesissimo metodo “sant’arrangiati”.
Sicuramente è emblematico di come venga considerata la formazione in azienda, quantomeno la formazione su normativa e obbligatoria. Infatti per la Direzione Aziendale solo quella “commerciale” merita di essere seguita in aula.
Abbiamo inserito in piattaforma di rinnovo del Protocollo d’Intesa la fruizione della formazione on-line in ambiente protetto. Speriamo che la la Direzione aziendale accolga la nostra proposta ma, nel frattempo, il problema rimane tutto e si acuisce nel periodo di ferie, di scadenze di trimestre e mancanze di personale.
La Direzione aziendale non può mettere i colleghi nel dilemma tra perdere l’abilitazione alla vendita dei prodotti assicurativi o fare una formazione fasulla a loro rischio e pericolo!