Le pensioni non sono sostenibili dal punto di vista sociale e i giovani non lavorano. Mentre le dichiarazioni del presidente dell’Inps, Tito Boeri, sulla sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale (gli ha subito risposto la Cgil) suscitano nuove polemiche, l’Italia si conferma un paese non amico dei giovani: secondo gli ultimi dati Istat, il tasso di disoccupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni è salito ad ottobre al 39,8%, in aumento di 0,3 punti percentuali su base mensile. Sempre a ottobre è continuato a crescere il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni, ovvero quelle persone che non sono classificate come occupate o in cerca di occupazione: in un anno il numero è aumentato di 196 mila unità (+1,4%) con un tasso di inattivi salito al 36,2%, in crescita di 0,1 punti su settembre e di 0,6 punti su ottobre 2014. I giovani sono penalizzati due volte: con grande tranquillità l’Inps ci fa sapere infatti che gli under 40 lavoreranno fino a 75 anni, ma avranno assegni ridotti di un quarto. Commentando i dati dell’Ocse, il presidente Tito Boeri ha anche ammesso che molti giovani che oggi lavorano in modo saltuario o precario non avranno proprio la pensione.”Basta con gli allarmi e riforme per fare cassa – ha dichiarato la segretaria confederale della Cgil, Vera Lamonica, secondo la quale è necessario modificare radicalmente la normativa vigente per restituire equità e solidarietà al sistema. L’appuntamento per la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil è per il 17 dicembre.
3 Dicembre 2015