A distanza di poco più di un anno dal 31/10/2013 la categoria si mobilita con lo sciopero a difesa del contratto nazionale.
Deve essere chiara una questione cruciale: questa non è una mobilitazione per ottenere “qualcosa di più o di meglio” nel contratto nazionale, ma è una mobilitazione per difendere l’esistenza del contratto stesso!
L’obiettivo dell’ABI infatti non è quello di mantenere un contratto nazionale dei bancari, ma è quello di smantellarlo completamente nella peggiore delle ipotesi o di svuotarlo nella migliore. Entrambi gli obiettivi però come potete immaginare hanno un unico risultato: la distruzione totale della categoria!
Se a ciò aggiungete il fatto che l’ABI ha sempre dichiarato di essere molto interessata alle novità che stanno arrivando dal jobs act (riforma contro la quale solo CGIL e UIL hanno scioperato il 12/12/2014), riguardo soprattutto ai famigerati demansionamenti, la situazione diventa a dir poco esplosiva.
UN PO’ DI STORIA PER RIEPILOGARE COME SONO ANDATE LE COSE E CAPIRE COSA CI ASPETTA…
- il 31/10/2013 la categoria aderisce in modo massiccio allo sciopero generale della categoria contro la disdetta unilaterale del Contratto da parte di ABI avvenuta il 16 settembre 2013 (fatto per altro che non era mai avvenuto nella storia delle relazioni industriali dei bancari!);
- grazie al successo dello sciopero le trattative riprendono il 20/12/2013 con un accordo che disciplina il Fondo di Solidarietà di settore (il nostro ammortizzatore sociale) e proroga la scadenza del contratto al 30/09/2014 (scadenza originale era il 30/06/2014);
- nel frattempo però ABI mette in discussione quanto impegnatasi a fare nel contratto nazionale del 2012 ovvero consolidare nello stipendio base gli aumenti già erogati sotto forma di EDR e mantenere le regole contrattualmente previste per il calcolo del TFR. Questo fa innalzare in modo notevole la tensione tra le parti;
- tensione che si smorza il 6/10/2014 con la firma di un accordo che ribadisce ed ufficializza quanto previsto dal CCNL del gennaio 2012 (questione non di poco conto perché, se è vero che di fatto fosse un impegno già consolidato in CCNL, è altrettanto vero che l’ABI l’aveva messo in forte discussione; ciò a riprova che non esistono diritti acquisiti a vita!). Nella stessa data si proroga la scadenza del CCNL sino al dicembre 2014 (qualche mese in più per tentare di trattare);
- trattativa che però sembra avvenire tra sordi poiché, se da una parte le OO.SS. ribadiscono la centralità della piattaforma costruita e presentata nell’aprile del 2014, ABI dal canto suo non si smuove di un millimetro rispetto alle proprie idee: SMANTELLAMENTO DEL CONTRATTO NAZIONALE E RIDUZIONE DRASTICA DEI COSTI (eliminazione degli scatti di anzianità e degli automatismi, calcolo del TFR solo sulla paga base, aumenti salariali pressoché inesistenti e messa in discussione dell’area contrattuale). Anzi l’ABI pone delle vere e proprie pregiudiziali sulla trattativa in corso: o le OO.SS. accettano di eliminare gli automatismi economici e di calcolare il TFR solo sulla paga base o le trattative, anche su altre questioni, non possono proseguire. UN VERO E PROPRIO RICATTO INSOMMA!
- Un ricatto al quale le OO.SS. in modo unitario decidono di respingere al mittente, rompendo definitivamente le trattative (25/11/2014) e mobilitando la categoria con assemblee e con la proclamazione dello sciopero per il 30/01/2015;
- a questo l’ABI come risponde? Risponde con quello che avrebbe già voluto fare un anno fa, il 17/12/2014 infatti disdetta il CCNL del 2012 a partire dal 01/01/2015 con impegno di applicarlo comunque sino al 31/03/2015. Dopo questa data l’ABI, in assenza di un accordo, lascerà libere le aziende associate di procedere alla non applicazione del CCNL, iniziando così la fase di “demolizione” completa della nostra categoria.
Tanto per ricordare quanto sia importante per ciascuno di noi (nessuno escluso!) l’esistenza di un Contratto Nazionale, riteniamo utile elencare alcune delle piccole cosette (in senso ironico ovviamente) che sono normate dal nostro contratto nazionale: apprendistato, part time, provvedimenti disciplinari, premio aziendale, permessi, ferie, malattia ed infortuni, assistenza sanitaria, trasferimenti, banca ore, orario di lavoro. Potremmo andare avanti ma preferiamo fermarci qui!
Tutte queste cose sparirebbero di colpo? Evidentemente no, ma per ogni punto elencato le aziende applicherebbero il minimo che la Legge impone e garantisce. E vi assicuriamo che non sarebbe “grasso che cola”!
Siamo disposti a tutto questo? Sicuramente no e ci auguriamo che la risposta arrivi massiccia il 30/01 con lo SCIOPERO GENERALE!
Non solo, con una risposta decisa ribadiremo anche quali sono i punti della piattaforma ai quali non possiamo rinunciare perché cardini di un contratto nazionale che serve da “tetto” di quella che è la casa comune della nostra categoria.
AREA CONTRATTUALE: (è quell’istituto che fa si che anche lavorazioni non tipicamente bancarie della nostra categoria abbiano il nostro stesso contratto nazionale): non ci chiudiamo di certo a riccio nel discutere e ragionare sui contratti complementari (che ricordiamo sono quei contratti che pur risiedendo nell’alveo del contratto del credito permettono alcune elasticità e deregolamentazioni in merito a orario di lavoro e retribuzione annua). Ferma opposizione invece all’idea di fare della nostra categoria una sorta di spezzatino come vorrebbe ABI (ciò vorrebbe dire che a circa 80 mila addetti del nostro settore verrebbero applicati altri trattamenti contrattuali, es. commercio, industria, ecc.).
OCCUPAZIONE: dal 2007 ad oggi siamo passati da 350 mila addetti a 300 mila (-50 mila addetti in sette anni). La nostra categoria quindi non può permettersi altre emorragie! E questo non per una vana difesa di casta, ma perché siamo consapevoli che le professionalità che la categoria sa esprimere possono essere estremamente utili, se ben valorizzate, alla ripresa economica e sociale del nostro paese. Ecco perché come OO.SS. vogliamo irrobustire il Fondo per l’Occupazione (che dal 2012 ha saputo stabilizzare circa 9000 addetti, si potrebbe fare di più!) e vogliamo un servizio bancario di qualità, che sia vicino realmente al territorio in cui opera ed al servizio della clientela. Anche in questo caso non facciamo come gli struzzi, non nascondiamo la testa sotto terra, se ce ne sarà necessità sapremo ragionare anche di nuove figure professionali e di un riordino degli inquadramenti.
SALARIO: siamo perfettamente consci del fatto che nel momento in cui si è pensato alla piattaforma le previsioni di un aumento dell’ inflazione erano ben più alte. E’ scontato quindi che una richiesta di recupero e di previsione al 6% sia oggi irrealistica. Ma è altrettanto irrealistico un recupero dell’1,85% come vorrebbe ABI. Il ricalcolo reale ci porta al 4,25% (circa 122 euro medi lordi a regime). Il punto vero è che ABI non vuole che il CCNL vada a recuperare il potere d’acquisto che si perde; per tutti noi invece questo è un punto dirimente.
GIOVANI: come sapete ABI vorrebbe eliminare completamente qualsiasi forma automatica di dinamica salariale/professionale. Le OO.SS. si oppongono fermamente a tale concezione per un motivo di fondamentale importanza: tali strumenti sono rimasti gli unici a poter garantire ai giovani una tutela minima per il loro stipendio. Sappiamo bene che ormai nulla è garantito alle fasce più giovani di colleghi, tantomeno un’adeguata crescita professionale che è sempre più rimessa alla “volontà” dei vari capetti e sotto capetti. Eliminare tali istituti significherebbe lasciare in balia delle onde di un mare in tempesta questi giovani colleghi.
CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA: sappiamo bene che ABI la vorrebbe come l’unica esistente dal punto di vista contrattuale con annesse le possibilità derogatorie e peggiorative. Noi invece ribadiamo con forza che i due livelli di contrattazione (nazionale e aziendale/di gruppo) possano coesistere proficuamente sia per le Aziende di credito che per noi tutti.
Non resta che augurarci buono sciopero!