Da Huffingtonpost.it – Una “evidente sconfitta” per Matteo Renzi, con un No che “non è stato soltanto un rifiuto, ma anche un’indicazione di recupero della cultura costituzionale”. Stefano Rodotà è stato uno dei più attivi sostenitori della campagna del No al referendum costituzionale e oggi, in un’intervista al Fatto Quotidiano, non fa un bilancio finale della mobilitazione, ma rilancia sul fronte dei diritti.
“Segnalo che l’anno prossimo avremo di nuovo prove su questo terreno perché la Cgil ha promosso tre referendum, tra cui quello contro l’abolizione dell’articolo 18. Oggi non finisce un percorso, tutt’altro. Bisogna fare di questo risultato un’analisi che possa guidare le azioni dei prossimi mesi. Torneremo al protagonismo dei cittadini, che hanno dimostrato di voler esercitare le loro prerogative in proprio. Ponendo quindi il problema della delega e della rappresentanza: a queste domande bisognerà dare risposta. Non sarà semplice, ma questi problemi non sono più eludibili”.
Il primo quesito della Cgil prevede di eliminare le norme che prevedono un indennizzo economico per i lavoratori licenziati senza giusta causa, al posto dell’obbligo di reintegro. Il secondo punta a eliminare il lavoro accessorio, pagato con i “voucher“. Il terzo riguarda la reintroduzione della “responsabilità solidale” negli appalti, una norma tecnica che impone a committenti e subappaltatori di verificare che le società con cui lavorano sia in regola coi pagamenti dei contributi prima di procedere al pagamento.