Abbiamo tirato tutti un profondo sospiro di sollievo quando, finalmente, abbiamo visto apparire quell’EMS che comunicava il completamento dell’iter autorizzativo dei piani ferie con la relativa pubblicazione sulla intranet aziendale al percorso PERSONALE/CORSI-FERIE (che invitiamo caldamente a stampare e custodire gelosamente!).
Ma nessuno poteva immaginare che l’incubo sarebbe continuato!
Dopo l’ennesimo slittamento dell’operazione di aumento di capitale (!!!), ci risultano riprese le “pressioni” verso alcuni colleghi per spostamenti e/o modifiche dei piani ferie autorizzati.
Prima di entrare nel merito della questione, ci permettiamo di fare un piccolo commento.
Riteniamo “assurda” la gestione organizzativa dei piani ferie 2015. Ci chiediamo se non sarebbe più utile licenziare per giusta causa tutti i dirigenti coinvolti in tale “guazzabuglio” e, con i loro stipendi, assumere decine di risorse giovani e fresche a supporto di una rete commerciale (e non solo) ormai in perenne agonia da carico di lavoro eccessivo!
Ma tant’è! Purtroppo non siamo noi a giudicare tali personaggi e possiamo quindi esclusivamente permetterci qualche battuta da “bar sport” e tentare, invece, di aiutare seriamente e su basi contrattuali, i colleghi che si dovessero trovare ad essere oggetto delle suddette “pressioni”.
Andiamo per ordine.
Tutta la materia “ferie” è normata dall’art. 55 del Contratto Nazionale 19/01/2012 (parte che non è stata modificata dal nuovo contratto nazionale).
Il contratto in caso di ferie autorizzate (come di fatto lo sono ora!) prevede sostanzialmente due casi che andiamo ad illustrare.
CASO 1
Il collega riceve la fatidica telefonata dal proprio responsabile o capo area nella quale viene richiesta la modifica o lo slittamento del piano ferie autorizzato. In tal caso, se il collega è impossibilitato a soddisfare tale proposta indecente, può semplicemente rispondere con un cortese: NON CI PENSO NEMMENO! Una risposta di tal genere sarebbe del tutto legittima e regolare, infatti il Contratto Nazionale prevede che le ferie autorizzate possono essere variate “solo in casi eccezionali di comune intesa tra l’impresa ed il lavoratore”. Di conseguenza niente comune intesa, niente modifica! Se invece il lavoratore è colto da “magnanimità” acuta e decide di venire incontro alle esigenze aziendali, ha diritto al rimborso di tutte le spese conseguenti allo spostamento del turno di ferie (prenotazioni, caparre ecc.).
CASO2
Il collega parte per le ferie (autorizzate) e, mentre sta per tuffarsi in acque limpide ed azzurre, riceve la fatidica telefonata del responsabile o capo area che richiede di rivestirsi in tutta fretta e tornare in servizio! L’ Azienda, in caso di urgenti necessità, può agire in tal senso. Ma se lo fa deve rimborsare tutte le spese sostenute dal lavoratore (dimostrabili attraverso ricevute, biglietti, dichiarazioni di alberghi ecc.) e deve poi far completare le ferie in un periodo successivo. Non solo. Il rimborso deve essere effettuato anche per tutte quelle spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute durante il viaggio di rientro in servizio richiesto dall’impresa nonché per l’eventuale ritorno nella località in cui il lavoratore si trovava in ferie al momento del richiamo in servizio.
Come far valere questi sacrosanti diritti?
Molto semplice, sia nel CASO 1, che nel CASO 2 consigliamo di inviare una “gentile” email al Servizio Personale (servizio.personale@bancadiasti.it) nella quale dichiarare i propri intendimenti in caso di modifica del piano ferie autorizzato o richiedere i rimborsi nel caso di richiamo in servizio dalle ferie.
Per tutto il resto non esitate a contattarci.
Asti, 29/06/2015
FISAC CGIL
Rappresentanza Sindacale Aziendale