Le aziende pubbliche e private che occupano più di 100 dipendenti, in base al Dlgs 198/2006, devono inviare telematicamente al Ministero del Lavoro, il rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile. Per il biennio 2016/2017 il termine di presentazione era fissato per il 30/06/2018.
La Cassa di Risparmio di Asti, soggetta a tale obbligo, in data 18/06 ha regolarmente inviato il rapporto sia al Ministero che, per conoscenza, alle Organizzazioni Sindacali Aziendali.
La situazione è fotografata al 31/12/2017 ed i dati ed i numeri esposti meritano più di qualche semplice riflessione. Analizziamoli.
I dipendenti totali a quella data erano 1120, di cui 479 maschi (42,8%) e 641 femmine (57,2%).
Le proporzioni non cambiano se, come richiesto dal rapporto, si prende in considerazione la sola Regione Piemonte.
Ciò non ci sorprende affatto, già da qualche tempo la nostra Azienda è composta per la maggior parte da personale femminile.
Sono altri i dati che ci stupiscono e ci allarmano un pochino per le considerazioni che ne discendono.
Visti i numeri di cui sopra, ci si aspetterebbe infatti che, all’incirca, quelle proporzioni siano mantenute anche quando analizziamo i dati riferiti ai Dirigenti ed ai Quadri Direttivi ovvero al personale con maggiori responsabilità e, in linea teorica, maggiori competenze.
Ma come potrete immaginare così non è!
I dirigenti totali nella nostra Azienda che operano in Piemonte sono 17, di cui 16 maschi (94,2%) ed 1 femmina (5,8%). La proporzione si riequilibra solo rispetto ai Quadri Direttivi ma comunque sempre ben lontana da i dati generali sopra indicati. I Quadri Direttivi in Piemonte sono 304 in totale, di cui 150 uomini (49,4%) e 154 donne (50,6).
Viene da pensare quindi che il genere femminile sia meno preparato e competente del genere maschile. Niente di più sbagliato! Le statistiche ufficiali riportano dati ormai consolidati in tal senso. Le donne sono solitamente molto più scolarizzate degli uomini e decisamente più produttive al lavoro!
E allora perché questo squilibrio?
Di sicuro ci sono due aspetti da tenere presente, entrambi decisamente collegati fra di loro. La cultura generale del nostro Paese e quella prettamente aziendale.
La figura femminile nel nostro Paese è ancora rappresentata e narrata con canoni decisamente medioevali: mamma, moglie devota, dedita alle faccende di casa e alla cura dei figli e oggetto sessuale degli istinti più turpi dell’ italico maschio alfa. Cartina tornasole di questa perversa cultura è la comunicazione pubblicitaria. Nella foto in evidenza si può ammirare un esempio di cartellonistica pubblicitaria che in questi giorni (non negli anni ’60) possiamo trovare in giro per le città. Riteniamo siano superflui ulteriori commenti.
La cultura aziendale evidentemente non è esente da tali influenze. Probabilmente un po’ più sfumate ma con gli stessi amari risultati che ben vengono rappresentati dai numeri sopra esposti: carriere bloccate dalla maternità e dalle cure dei figli (che alla fine ricadono sempre sulle spalle delle donne!) o percorsi professionali rallentati a causa di proposte “un po’ piccanti” legittimamente respinte al mittente.
Ecco perché come FISAC CGIL torneremo sulla questione proprio a partire dal prossimo tavolo di incontro aziendale con oggetto la Formazione professionale.
Da tempo, almeno tre anni, sosteniamo l’importanza di inserire nei percorsi di formazione aziendale il concetto di “diversity management” (gestione delle differenze) che miri in modo strutturale ed organizzato ad un radicale cambiamento culturale ed organizzativo a livello aziendale che tenda a valorizzare tutte le differenze dei lavoratori inclusa quella di “genere”.
In quella sede continueremo a sostenere tali convinzioni con la speranza che anche altre Organizzazioni Sindacali facciano lo stesso. Di sicuro non ci accontenteremo di contenitori vuoti come i corsi tenutisi negli anni scorsi dal titolo “la leadership al femminile”, che dati ed esperienze alla mano, hanno inciso ben poco.
Asti, 16/07/2018
FISAC CGIL BANCA DI ASTI NUOVI DIRITTI CGIL ASTI